Questo sito contribuisce
alla audience di

Pubblica Amministrazione: “poca inclinazione” ad inclinarsi

[…] L’ultima ipotesi, quella impronunciabile, risiede nella «poca inclinazione al sacrificio. E questo vale in modo trasversale, pochi giorni fa nel Comune di Arcade (Treviso, ndr) un bando per assumere degli stradini è andato deserto». Certo, la pandemia forse ha indotto molti a ripensare a un riequilibrio dei propri tempi di vita e di lavoro, l’esigenza della socialità perduta ha il suo peso nella scelta di un’occupazione. «L’effetto è che i centri commerciali faticano ad inserire in organico persone disponibili a lavorare nei week end – prosegue Pozza – e l’elenco delle attività in affanno per la scarsità di manodopera è lunghissimo, dai medici agli infermieri, dagli elettricisti ai periti meccanici, dai tappezzieri ai panettieri e tutto questo – chiude – non può non chiamare in causa anche le scuole e i criteri di orientamento» […].

Articolo completo su Corriere Veneto

Mario Pozza, il Presidente della Camera di Commercio di Treviso, giustifica così ad un’intervista apparsa sul Corriere Veneto, il motivo per cui il bando per l’assunzione di un ingegnere informatico sia andato deserto.

Stiamo parlando di una figura assolutamente reperibile sul mercato senza grandi difficoltà, con uno stipendio “di entrata” di 1600 euro (speriamo non lorde) che per un’assunzione a tempo indeterminato possiamo considerare sufficientemente in linea, soprattutto se stiamo parlando di una figura con competenze ed un’esperienza non decennale.

Prova a giustificarsi Pozza, cercando sponda in attività che non si possono minimamente equiparare a quella della figura ricercata dalla Camera di Commercio. Difatti, sappiamo benissimo che se nei centri commerciali non si trova personale è perchè i contratti sono “a chiamata”, precari, con un quantitativo di ore ben al di sopra della norma e retribuzioni ben al di sotto, così come la ricerca di medici e infermieri per i quali il Governo in forza da un anno si è dimenticato di far partire i concorsi ed ha aggravato la situazione sospendendone circa 7000.

Elettricisti, periti meccanici e tappezzieri non si trovano non solo perchè sono sparite le scuole di formazione, ma anche perchè si è fatto di tutto negli ultimi vent’anni affinchè i giovani venissero attratti da “modelli digitali” che anche e soprattutto in Veneto hanno fatto una fine misera a partire dai famosi incubatori a certe “factory” delle startup.

Volendo tradurre in maniera corretta l’episodio, ci sarebbe invece da chiedersi se questo allontanamento dal “modello P.A.” tanto attraente in passato per chi cercasse un lavoro per la vita, non dipenda sia dalla citata cultura “dell’innovazione” che nel nostro Paese non ha mai realmente preso forma, ma anche da una reputazione della Pubblica Amministrazione che ha trovato i suoi massimi esponenti in personaggi come Brunetta che sognano di trattenere quel settore il più possibile nel MedioEvo.

Per non parlare dei sistemi e di una burocrazia con cui difficilmente oggi un giovane possa sentirsi attratto.

A questo si aggiunge un fenomeno corruttivo e clientelare fin troppo testimoniato quotidianamente dai mezzi di informazione, tanto a Sud quanto a Nord, per il quale la sfiducia supera la motivazione di presentarsi ad un concorso in cui si presume sia già tutto stabilito anche quando, come in questo caso, il bando è realmente tale.

Purtroppo la nostra Pubblica Amministrazione – ma direi tutto ciò che è pubblico – ha uno sguardo ancora troppo ancorato al passato per poter essere competitivo con il privato. E non è più nemmeno questione di stipendi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 × quattro =