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Non abbiate paura di assumere Persone migliori di voi. Il Manifesto dell’Azienda che Vorrei

Da poche ore esiste un “Manifesto dell’Azienda che Vorrei”: undici tesi che ribaltano la cultura di un mondo aziendale che premia solo le idee dei Capi, che esalta gli orari di lavoro lunghi e le email notturne, che non tiene di conto il benessere dei propri dipendenti.

Realizzato da un Gruppo di Studenti selezionati da Cir-Food e da SenzaFiltro (il magazine della Business Community FiordiRisorse) all’interno di Master particolarmente sensibili alle tematiche dell’innovazione e vicini al mondo del lavoro, che in collaborazione con manager e imprenditori (Barilla, Loccioni, Landi Renzo, BPER Banca, Anthea, Cir-Food, Ars et Inventio, ITT) sono stati invitati  al Festival di Internazionale (uno degli appuntamenti giornalistici più importanti del nostro Paese) per individuare quali potessero essere oggi i valori e i comportamenti che un’azienda deve promuovere al fine di attrarre nuovi collaboratori e fidelizzare i propri dipendenti.

Il primo dato sorprendente è che il riconoscimento economico non compare fra i motivi di attrazione, tanto da non essere nominato in nessuno degli 11 punti. 

Nel confronto fra imprenditori e studenti (di un’età variabile fra i 25 e i 45 anni, quindi neolaureati ma anche professionisti con un’esperienza aziendale ben matura) emergono invece affinità molto simili su valori e comportamenti che, se venissero realmente adottati, renderebbero i dipendenti orgogliosi di lavorare per le proprie aziende e restituirebbero agli imprenditori quel senso di appartenenza all’azienda spesso perduto.

Durante la presentazione del Manifesto al pubblico moderata da Frediano Finucci (caporedattore del Tg di La7), sono fortemente emersi i motivi di malcontento dei dipendenti nei confronti delle proprie aziende: scarso coinvolgimento nelle politiche aziendali (spesso imposte, ma non condivise) e pochissima considerazione delle idee e dei suggerimenti personali.

Da parte dei candidati alle selezioni del personale, le maggiori arrabbiature provengono dalle motivazioni con cui si viene scartati: scarsa esperienza (dove nessuno permette loro di farne alcuna), o figure troppo qualificate rispetto alla posizione ricercata. Una motivazione questa, che spesso nasconde un timore da parte di imprenditori o capi di poter essere “scavalcati” nelle decisioni e nell’intraprendenza. Altro elemento di grande dibattito è stata la discriminazione di età, sesso, provenienza.

Emerge rispetto alle tematiche tradizionali, un’attenzione verso il benessere psico-fisico dei dipendenti – il famoso equilibrio vita privata / lavoro – dove veri termini di innovazione sono rappresentati dal riconoscimento del tempo come una vera risorsa  da tenere in grande considerazione. Da una parte dunque la richiesta di orari più flessibili e la possibilità di lavorare in parte anche da casa, dall’altra una vera e propria presa di distanza dalla cultura dello stakanovismo a tutti i costi, dei manager chiusi in ufficio fino alle 22.00, delle email inviate a tutte le ore del giorno e della notte in copia conoscenza a tutti a favore invece della creatività personale e della condivisione di interessi e passioni.

In definitiva, ecco gli 11 punti del Manifesto dell’Azienda Che Vorrei:

L’Azienda che Vorrei:

1. Promuove la “Coopetizione” : l’equilibrio giusto fra collaborazione ed ambizione

2. Ritiene che il tempo sia una risorsa indispensabile da rispettare sia all’interno che all’esterno dei luoghi di lavoro.

3. Considera le passioni personali una risorsa strategica.

4. E’ una Open Company: incentiva piattaforme di condivisione fra le Persone, promuove Community di confronto interne ed esterne allo scopo di ottenere valore per il proprio business, anticipando e reagendo ai cambiamenti.

5. Non assume Persone stra-ordinarie per dirgli cosa fare, ma per farsi guidare.

6. Sviluppa la consapevolezza di tutti a contribuire al successo comune attraverso la capacità dei leader di coinvolgere le Persone nel raggiungimento di obbiettivi chiari e condivisi. In questo modo le Persone si identificano nell’azienda e l’azienda nelle Persone.

7. Promuove la fiducia attraverso l’ascolto e il dialogo

8. Invita ogni singolo dipendente a mettersi in gioco e considera l’errore come parte indispensabile di un processo di crescita.

9. Investe e progetta  spazi che stimolino lo scambio di idee e la creatività dei singoli e dei gruppi indipendentemente dal ruolo ricoperto, al fine di contaminare, innovare e far emergere idee non convenzionali.

10. Informa e promuove la consapevolezza del benessere psico fisico dei dipendenti. Anche l’alimentazione diventa un mezzo per promuovere la convivialità, le diversità culturali ed affermare stili di vita sani.

11. Condivide con il territorio il successo economico conseguito.

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