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Il dibattito che in queste ore sta montando sulle pagine di molti giornali, non è per niente banale. Con la scusa di un linguaggio politicamente corretto a cui non corrisponde nessuna formula educativa, si nasconde una preoccupante rivisitazione della letteratura e l’imposizione di una cultura ignorante e ipocrita.
Lo spiega bene questo articolo di MicroMega, ben circostanziato e per questo anche lungo (eh si, tocca leggere!).
[…] Si tratta di un’operazione molto delicata e controversa. Non è bruciare i libri, ma sì somiglia alla distruzione delle opere di una civiltà per erigere quelle di una nuova civiltà. Vanno in questo senso le preoccupazioni espresse da associazioni per la difesa della libertà d’espressione come PEN, associazione di scrittori da sempre molto impegnata contro la censura, la cui responsabile Suzanne Nattel ha manifestato pubblicamente la preoccupazione per l’operazione realizzata sui romanzi di Dahl: “si comincia con cambiare una parola qui e lì, e si finisce per inserire idee completamente nuove e prima assenti”, che è proprio quanto è stato fatto con il romanzo di Dahl Le streghe, per esempio, dove ora compaiono considerazioni di buon costume sull’usanza di portare le parrucche per le donne, che Dahl non aveva mai espresso. […]
“Martedì grasso” si potrà ancora dire?
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L’articolo di MicroMega è consultabile qui.