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Alla Carraro di Campodarsego è scoppiato in mano il curriculum!

Ancora una pubblicità mascherata da annuncio di lavoro? L’azienda cerca 70 dipendenti ma nessuno si presenta.

Tutto è partito da questo articolo del Messaggero

Probabilmente la Carraro (Antonio Carraro, non Mario Carraro, fate molta attenzione!) di Campodarsego ha voluto cavalcare un trend molto in voga negli ultimi mesi e in particolar modo in Veneto, ma “i curriculum le sono scoppiati in mano”!

Di questa modalità di fare comunicazione, ne avevamo parlato già qualche mese fa.

Da quattro giorni i telefoni della Carraro sono staccati. Alle email non risponde nessuno. Eppure, un’azienda che dice di cercare 70 dipendenti (su 240 totali!) dovrebbe essere contenta se le linee vengono intasate e la gente arriva fino ai cancelli per portare il proprio curriculum.

Evidentemente qualcosa non torna.

Intanto non torna quanto comunica Liliana Carraro, responsabile relazioni esterne dell’azienda in merito alle retribuzioni offerte rispetto alle figure ricercate: poco meno di 1200 euro netti mese a fronte di figure specializzate di tecnici e ingegneri. E non torna la percentuale: 70 figure ricercate a fronte di 240 dipendenti. Quasi un terzo dell’intera forza lavoro.

Naturalmente, la colpa ricade sempre sui giovani che hanno voglia solo di fare gli avvocati e i medici. Sempre poco si valuta l’impatto reputazionale che ogni azienda crede di avere sempre altissimo solo perché “azienda sana che ha investito milioni nel piano di iperammortamento (appunto!) di Calenda”.

Per gli imprenditori poco conta l’immagine che l’azienda trasmette all’esterno, poco conta se retribuzioni e inquadramento sono allineate al mercato, poco contano i canali con cui si ricercano queste figure.

Liliana Carraro si dice “incredula di fronte all’impossibilità di agenzie interinali ed enti di formazione di fornire le figure richieste”.

Dunque non si capisce se queste figure avranno un contratto a tempo indeterminato o la solita gabola all’italiana con cui si assume per mesi con l’interinale alimentando un mercato ormai stufo di tempo determinato ad oltranza e che per forza di cose non risponde più a richieste provenienti da canali che promuovono solo la precarietà.

E poi cosa c’entrano le scuole di formazione? Stiamo parlando di figure specializzate o di neolaureati alla prima esperienza?

Se non riesce l’azienda prima di tutto a fare chiarezza, difficile che un candidato possa rispondere alle sue richieste.

Naturalmente, l’articolo del Gazzettino di Padova viene rimbalzato su tutte le testate del Gruppo il Messaggero, Liliana Carraro viene intervistata da Agorà su Rai3 e gli attacchi proseguono. Questa volta la colpa è della scuola e dei mancati programmi di alternanza scuola lavoro. Insufficienti e poco attuali con la richiesta di mercato.

Per quanto vero ciò che sostiene sia la Responsabile Relazioni esterne dell’azienda, questa volta accompagnata da Chiara Comiran, responsabile del personale di Antonio Carraro, forse entrambe si dimenticano che una parte la fa certamente la scuola, ma l’altra parte (quella definita “lavoro”) la fa l’azienda, che se non ha programmi di employer branding adeguati, se non lavora sull’assetto reputazionale (che non è solo quello di proporsi come benefattore del territorio ma anche quello di accorciare le distanze con i propri futuri collaboratori), deve fare i conti esclusivamente su ciò che semina.

Visitando la pagina delle offerte di lavoro dell’azienda, ancora meno chiarezza. Se l’azienda pensa davvero di avere delle offerte che non si possono rifiutare, perchè non specificare anche inquadramento e range retributivo dimostrando davvero di saper fare la differenza e di investire concretamente in innovazione? E’ evidente che anche questa mancanza di dettagli e lo scollamento fra quanto dichiarato dall’azienda non giochino a favore di quest’ultima.

Sembra proprio che l’Industria 4.0 riguardi sempre di più i robot e meno le persone.

Sulla pagina facebook del Gazzettino è dovuta intervenire Liliana Carraro in persona a fronte di commenti non particolarmente edificanti. Ma i social si sa…

Altro scollamento lo evidenziano i sindacati della FIOM di Padova che si sono rifiutati di firmare un piano industriale che sembrerebbe a loro dire, prevedere un deciso peggioramento retributivo per tutti i nuovi assunti, inquadrati al di fuori degli accordi aziendali, non partecipando così a incentivi, premi aziendali e operando in regime di maggior precarietà.

Nel frattempo, al di fuori di ogni discussione, ieri ai cancelli della Antonio Carraro svariate decine (centinaia?) di persone erano pronte a consegnare un curriculum. Sembra dunque incredibile che in tanti mesi l’azienda non sia riuscita a trovare figure professionali e poi basti un articolo su un giornale per smuovere un flusso così imponente di persone motivate.

C’è dunque da chiedersi se la Antonio Carrario come tante aziende che hanno usato il trucchetto dell’annuncio di lavoro travestito da articolo non siano in grado di selezionare personale o quantomeno di individuare i giusti canali con cui farlo, o se semplicemente sia una mossa per attrarre investitori e tranquillizzare qualche stakeholder.

O semplicemente, a fronte di tanti investimenti in industria 4.0, siano finiti i soldi per la pubblicità.

Aggiornamento del 7/12/2017

A Campodarsego arrivano 3000 curriculum in 48 ore titolano i giornali locali.

Fermo restando il silenzio dell’azienda a cui ho inviato varie mail e telefonate per avere un punto di vista il più obbiettivo possibile, sembra ormai evidente che l’attività di recruiting dell’azienda è stata fino ad oggi irrilevante se non per dire strategicamente fallimentare.

Adesso però viene il bello, poichè — fermo restando il pescerossismo tipico delle nostre italiche memorie che garantirà all’azienda un conveniente oblìo — dopo tanto rumore, sarebbe quantomeno opportuno che l’azienda, così generosa quando si tratta di movimentare la propria comunicazione interna nel dispensare critiche a scuola, giovani, candidati, istituzioni varie, fosse altrettanto generosa nel farci sapere fra qualche settimana, quante persone avranno realmente assunto, con che tipo di contratti e con quali retribuzioni media.

Credo che ce lo debbano.

Pubblicato su Medium

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