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Caro Sandro, chiuda Bottega (o almeno la bocca)

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Il Gazzettino Veneto non demorde e mancando le notizie (la campagna elettorale che normalmente riempie paginate è talmente deprimente che i giornali hanno abdicato) si tira dietro anche il TG di Sky (Mariangela Pira fà qualcosa!).

Nonostante i dati ISTAT che confermano un picco di assunzioni come non se ne vedevano dal 1977, il re degli strilloni veneti che ha fatto dei piagnistei degli imprenditori un vero e proprio business alternativo, prosegue la sua corsa sfrenata contro il muro delle notizie ammaestrate.

Questa volta il mesto imprenditore si chiama Sandro Bottega (due account su Linkedin, nessuno dei due praticato e una pagina Corporate deserta) e il copione è sempre lo stesso:

– mega marchettone sulla realtà aziendale;
– mega pistolotto pseudo-culturale su “l’azienda secondo me”;
– mega lamentela su commesse e affari persi nell’ordine di decine di milioni per colpa del Reddito di Cittadinanza;
– un paio di strafalcioni all’indirizzo degli emigranti che male si sposano con il brillante codice etico riportato sul sito;
– chiusura con tanto di virgolettato da tramandare ai posteri: “Se chi fa la guerra è un assassino e chi non rispetta le leggi è un delinquente, chi invece può lavorare, ma preferisce percepire il reddito di cittadinanza, è un ladro”.

Come al solito basta incrociare due dati per scoprire che:
– non risultano ricerche aperte su alcuna piattaforma di recruiting a nome di Bottega Spa
– nel menu del sito non compare alcuna voce Lavora con Noi che ritroviamo solo a piede di pagina (ma chi scorre tutta la pagina per cercare un link?) e una volta trovato non c’è alcuna posizione aperta ma solo un modulo per candidarsi. A cosa, non è dato sapere.
– sulla pagina facebook dell’azienda c’è solo una galleria sterminata di cocktail e di post autocelebrativi, ma di lavoro non vi è traccia.

Nell’intervista si parla di “risultati disarmanti” nella selezione del personale, ma probabilmente Paròn Bottega si sarà rivolto (nella migliore delle ipotesi) all’APL di zona, nella speranza di trovare candidati residenti al massimo a 10 km dall’azienda, laureati, al di sotto dei 25 anni, di buona famiglia con pedigree verificato, felici di firmare contratti stagionali per raccogliere uva per 12 ore filate alle temperature attuali.

Il sig. Bottega ci ricorda che la disoccupazione giovanile è al 25% e dunque rigiriamo al Gazzettino, a Sky e anche al sig. Bottega la fatidica domanda:

“com’è possibile che i percettori di RdC che sono circa un milione e mezzo in totale, per circa un terzo inabili al lavoro, per due terzi residenti al Sud, vengano tutti da Lei e non riesce a intercettare nemmeno uno di quei giovani “semplicemente” disoccupati?

Per curiosità: ci “gira” un contratto di assunzione?

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