Credo che le relazioni fra le Persone siano alla base del futuro del lavoro, in cui prima si dà poi si riceve.
Credo anche che la qualità del lavoro dipenda dalla quantità del tempo che passiamo fuori dall’ufficio, nelle competenze personali e nel riconoscimento che queste meritano.
Non credo nelle palestre e nelle lavanderie in azienda, nelle etichette, nell’Inglese perfetto delle slide proiettate da quelli che poi al bar ordinano “water with gas”. Non credo ai video aziendali, ai biglietti da visita lunghi un chilometro, all’“innovazione”, al “cambiamento” e alle “persone al centro” se sono solo slogan con cui mettersi in mostra nei convegni.